Con l’aumento dell’età media delle donne in gravidanza, che è avvenuto negli ultimi 20 anni, sono sempre più richiesti gli interventi di chirurgia plastica che mirano a ripristinare l’aspetto del corpo pre-gravidico.

Le due parti anatomiche che più di tutte risultano alterate dai cambiamenti imposti dallo stato di gravidanza sono il seno e l’addome.

Il primo, in seguito alla fase di allattamento che ne aumenta la consistenza ed il volume, subisce successivamente uno svuotamento, di solito maggiore nelle donne che riescono ad allattare per molto tempo, soprattutto localizzato a livello del polo superiore, generando un aspetto di “sacchetto vuoto”, più tipico dell’età molto avanzata e quindi ricollegabile ad un immagine “anziana” del corpo.

L’addome subisce tutta una serie di modifiche date dall’aumento cospicuo di volume con distensione di tutte le componenti della parete muscolare, che difficilmente, oltre una certà età, sono completamente reversibili, indipendentemente dal peso corporeo. Per quanto l’eccesso di tessuto adiposo che può essere presente durante la gravidanza e nel periodo dell’allattamento possa essere recuperato con una dieta adeguata e con l’attività fisica, la parete addominale, soprattutto nel caso di donne pluripare, può non riuscire a recuperare la forma che aveva prima delle gravidanze, rimanendo più debole nella parte centrale, generando un aspetto di “globosità” correggibile solo chirurgicamente.

Per il seno si può eseguire una mastopessi con o senza protesi. La scelta se utilizzare la protesi o meno dipende sia dalle aspettative e quindi dalla richiesta della paziente, sia dal volume residuo della ghiandola che a volte può essere oggettivamente troppo poco per ottenere un risultato piacevole di riempimento, in particolare del polo superiore.

Per l’addome l’intervento correttivo di prima scelta è l’addominoplastica completa che prevede normalmente una cicatrice che, in basso coperta dallo slip, va da una spina iliaca all’altra, nella stessa posizione della cicatrice del taglio cesareo ma molto più lunga ed una cicatrice intorno all’ombelico. Gli interventi di cosiddetta mini-addominoplastica, quindi con cicatrici più corte, normalmente non sono adeguati al body recontouring post partum perché rendono difficile se non impossibile il rimodellamento della globosità della parete addominale fino in alto sopra l’ombelico.

Questi interventi vengono tutti eseguiti in anestesia generale, ma spesso in day surgery o al massimo con il ricovero di una notte. I tempi di recupero sono variabili ma di solito dopo la prima settimana si può tornare a svolgere la propria attività lavorativa, a meno che questa non preveda notevoli sforzi fisici. Ad un mese dall’intervento il recupero è completo e si può eseguire qualsiasi tipo di attività.

Per ulteriori informazioni consultare lo specialista chirurgo plastico.

Fonte:

Strategies for Aesthetic Reshaping of the Postpartum Patient.
Matarasso A1, Smith DM
Plast Reconstr Surg. 2015 Aug;136(2):245-57

Body recontouring nelle pazienti postpartum

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *